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Sognando il Giappone: curiosità che forse non conoscete ancora

Il primo impatto con il Giappone è stato entusiasmante! E' tutto così unico, mai visto, affascinante, diverso dalle nostre abitudini, non puoi fare a meno di rimanere incantato e se sei anche un po' curioso come noi, vorrai conoscere tutto riguardo le particolarità e stranezze di una cultura unica al mondo.


Ecco alcune delle curiosità che abbiamo imparato durante il nostro viaggio nella terra del Sol Levante suddivise per categorie:


Il kimono abito tradizionale, colorato, pregiato e su misura, insieme alla sua cintura, chiamata obi, può avere un peso specifico consistente e un costo elevatissimo.

Un kimono artigianale originale può costare anche 10.000 euro.

I wagasa, gli ombrelli di bambu e washi, la carta tradizionale giapponese, eleganti e pregiati, hanno un'origine antichissima e provengono dalla Cina. In Giappone, a partire dal periodo Edo (1600-1868), sono diventati un must have modaiolo per tutte le donne del tempo. Venivano utilizzati per proteggersi dal sole e anche dalla pioggia, grazie ad un rivestimento esterno impermeabile. Curiosità: avete presente gli ombrelli moderni che si aprono al contrario? Beh, non sono nulla di innovativo, perchè si ispirano ai Wagasa giapponesi, costruiti con un meccanismo perfetto che richiude la parte bagnata dell'ombrello all'interno, in modo da non bagnare il kimono.


"Devi essere fortunato per incontrare una Maiko e ancora più fortunato per incontrare una Geisha" così dicono gli abitanti di Kyoto, città dove ancora oggi, se sei fortunato appunto, puoi incontrare una giovane Maiko come è successo a me a Pontocho, un antico vicolo di Kyoto nel quartiere di Gion. Grazie all'articolo di Martina di Pimp My Trip "La Geisha in Giappone, chi è, dove vederla e miti da sfatare" ho scoperto un sacco di cose su queste dame affascinanti.


Così, solo per dare un numero che vi impressioni: a Kyoto ci sono più di 1.600 templi e santuari, di cui uno il Fushimi Inari Tahisha può vantare oltre 1000 torii rossi in legno che si susseguono lungo la foresta, disegnando il percorso che porta al santuario. I torii sono i famosi portali di ingresso ai templi shintoisti. Qui troverete un'atmosfera mistica e piena di malefiche zanzare.


Durante il vostro viaggio sentirete ripetere migliaia di volte queste parole “arigatou gozaimasu”, ma percepirete solo un suono simile a questo “Arigatò gosaimaaaaaa” con la "a" finale trascinata all'infinitivo. Riderete molto tentando di entrare in sintonia con l'idioma, imitando il suono e la gestualità di un caloroso, educato e sentito grazie mille.

La mitologia giapponese narra la storia di una coppia di innamorati che per sfuggire alle famiglie che volevano separli, si rifugiarono sulle rive del lago Akan, unico luogo al mondo dove crescono i Marimo, le alghe a forma di palla che danzano nell'acqua. Il nome deriva da "Mari" che in giapponese significa 'biglia' e 'Mo' che è invece il termine utilizzato per chiamare le piante acquatiche.

Il Marimo è simbolo di amore, amicizia, affetto profondo, stima e rispetto, oltre che un porta fortuna. Vive oltre 200 anni e viene tramandato di generazione in generazione.


L’isola di Miyajima, nella baia di Hiroshima, è invasa dai daini, animali sacri, curiosi e anche un pochino invadenti. Ne vedrete ovunque e cercheranno in tutti i modi di corrompervi per un po' di cibo.


Il Monte Fuji non si vede sempre come vi fanno credere nei cataloghi e potreste rimanere delusi. Da Tokyo per esempio si può avere la fortuna di ammirararlo nelle giornate terse d’inverno. In estate a causa di umidità, nebbia, smog o maltempo è molto difficile avvistarlo persino da Hakone, la cittadina sul lago, dove recarsi per scattare meravigliose foto del vulcano più famoso d’oriente.


Nella cultura giapponese tutti gli oggetti hanno un'anima e per questo motivo devono essere trattati con rispetto. La tradizione vuole che dopo 100 anni gli oggetti si trasformino in Tsukumogami, gli spiriti delle cose. Innocui e bonari se sono stati trattati rispettosamente, malevoli e desiderosi di vendetta se sono stati danneggiati o gettati malamente.


Gli Onsen sono il meritato premio quotidiano di tutti i giapponesi. Un bagno di acqua bollente da iniziare dopo aver seguito un preciso rituale preparatorio.

Gli onsen tradizionali sono obbligatoriamente divisi per sesso e vi si entra nudi.

Un'esperienza rilassante da fare più volte possibile durante un viaggio in Giappone.

La curiosità: ancora oggi, seppur molto più tollerati che in passato, vengono mal visti i tatuaggi.

E perchè mai vi chiederete? Perchè un tempo i "tatuati" in Giappone erano quasi sempre membri dei clan mafiosi della Yakuza e l'ingresso a questi brutti ceffi era vietato negli incantevoli onsen.


Golosi e pericolosi. I Mochi sono soffici palline di riso tritato e farcito con ripieni di ogni tipo. Un dolce tipico che la tradizione giapponese usa per augurare un felice anno nuovo. Ma attenzione, perchè la loro consistenza gommosa e appiccicosa ne rende difficile la masticazione e il rischio di soffocamento è lì in agguato. Mangiateli, ma a piccoli pezzettini ;) Io li ho provati con il ripieno di polpa di pesca ed erano deliziosi!


Si può mangiare il pesce a colazione senza morire. Fa un po' strano, ma è un'esperienza da provare assolutamente soprattutto in un contesto tradizionale come la colazione in un Ryokan, la caratteristica locanda giapponese.


In Giappone non morirete mai di sete, nè di fame, nè di altre voglie (anche le più assurde che possiate immaginare), ammesso che abbiate delle monete o una carta di credito. Ci sono infatti distributori h24 di qualsiasi cosa ad ogni angolo. Pare se ne contino più di 5.5 milioni in tutto il paese.


Vi innamorerete dei bento box ovvero i vassoi di cibo da asporto perfettamente impiattati, in maniera ordinata e minimalista, come prevede la cultura culinaria giapponese. Li troverete in vendita in tutte le stazioni, veri e propri universi sotterranei, città sotto alle città. A proposito di numeri impressionanti: pare che nella stazione di Shinjuku a Tokyo transitino 3.5 milioni di persone al giorno.


Il Ramen, forse il piatto tradizionale nipponico più famoso dopo il celeberrimo sushi. Potrete ordinarlo in un "fast restaurant" una trattoria tradizionale, dove l'ordine viene fato all'esterno del locale, su schermi led e all'interno si entra solo per consumare il piatto, possibilmente rumorosamente per apprezzarne il gusto e complimentarsi con il cuoco ;)


Vengono chiamati Oshiya. Chi sono?

Sono gli "spingitoridigentedentroivagonidellametropolitana" di professione. In Italia questo ruolo non esiste e rido al solo pensiero di cosa potrebbe succedere nelle nostre stazioni, se ci fossero persone incaricate e pagate per comprimere la gente dentro i vagoni come le sardine in una scatoletta. Ma in Giappone tutto è possibile e con tanto di uniformi, guanti bianchi e cappello, affrontano la rush hour con professionalità e garantiscono che tutti entrino e che le porte non si blocchino schiaccianodoli.


Nelle stazioni dei treni le banchine sono quasi tutte protette da vetri e porte scorrevoli (anche per scongiurare i tentativi di suicidio purtroppo molto numerosi nel paese) e i treni si fermano in concomitanza di queste ultime con una precisione millimetrica. I passeggeri aspettano di salire creando una coda ordinata, senza bisogno di transenne, basta una linea disegnata a terra che indica la fila. Nelle stazioni principali gli inservienti puliranno il treno alla velocità della luce, orienteranno tutti i sedili nel senso di marcia e poi consentiranno di salire e godersi il viaggio a fionda a bordo dello Shinkansen, il treno proiettile.


Il Takkyubin, forse una delle più belle scoperte fatte in Giappone. Un servizio di trasferimento dei bagagli che può funzionare così bene solo nella terra del Sol Levante. Lo abbiamo utilizzato durante tutto il viaggio per alleggerire i nostri spostamenti in treno e lo consigliamo per tutti i vostri viaggi in Giappone.

Perchè un gatto nero nell'icona? Perchè riconoscerete i loro efficienti corrieri dal logo con il gatto nero sui furgoncini.


Per educazione gli oggetti si porgono e si ricevono sempre con due mani in segno di rispetto.


I giapponesi usavano la mascherina nei luoghi pubblici, per strada e sui mezzi ben prima dell’era Covid-19. Una forma di rispetto per l’altro e di protezione per se stessi

La Redhorse Osaka Wheel con i suoi 123 metri di altezza è la ruota panoramica più alta del Giappone e la sesta più alta del mondo. Soprattutto di notte è uno spettacolo da non perdere a Osaka per ammirare lo scintillio della città dall'alto. Esperienza adatta a chi patisce di vertigini, solo se è convinto a voler sfidare le proprie paure. Io ce l'ho fatta!

A Tokyo, una città da oltre13 milioni di abitanti, potete lasciare bicicletta in strada, senza lucchetto. Il giorno dopo la ritroverete esattamente nello stesso posto!


In Giappone non tutti gli inchini sono uguali:

l'Eshaku a 15° per i saluti informali e le congratulazioni, il Keirei a 30° per salutare una persona che ricopre una posizione più elevata della tua nella scala sociale e infine il Saikeirei a 45° riservato per un saluto all'Imperatore.


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Ciao

Gaia

Passpartù Sogni di viaggio



Photo credits: Passpartù Sogni di viaggio

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