Genova e la scoperta dei Blue Jeans
- Passapartù | Sogni di Viaggio
- 27 feb 2021
- Tempo di lettura: 3 min
“L'ora della fine delle scoperte non suona mai”
scriveva una nota autrice francese e in questo periodo più che mai ci troviamo particolarmente d’accordo con questa affermazione.
Di recente, infatti, il Comune di Genova ha dato vita ad un progetto dal titolo «Genova Jeans Invented Here» che sta facendo scoprire a moltissimi genovesi e non solo, che i nostri amati jeans sono nati proprio nel capoluogo ligure.

Le origini del jeans
“Certo” direte voi “adesso i genovesi scoprono tutto…. il pesto, la focaccia, l’America…”, ma in effetti, è sufficiente pensare all’etimologia della parola jeans per avere subito un indizio: quel tessuto, resistente e leggero, era per l'appunto "di Gênes" (traduzione francese di Genova) e poi inglesizzato in jean o jeans. Un tempo infatti, in tutto il mondo antico, si usava dare ai tessuti il nome del luogo di produzione, e "Jeane" era il nome scritto su molti carichi di fustagno che, a partire dal 500, arrivavano a Londra dalla Repubblica marinara di Genova, diventando così il nome di questa tela, molto apprezzata per la sua robustezza e il suo costo.
Furono proprio i marinai a portare il jeans in America dove, nell’Ottocento, da telone per ricoprire le merci sulle navi e proteggerle dalle intemperie, si trasforma in pantalone da lavoro e
dal 1850 la parola jeans comincia ad essere usata per identificare non più il tessuto, ma il modello di pantaloni.
A San Francisco, Levi-Strauss e Jacob David Youphes lanciano un paio di brache resistenti con cinque tasche, destinate ai cercatori d'oro: da qui il successo dei jeans cresce a dismisura.
Noti "influencer" dell’epoca iniziano ad indossarli, uno tra tanti il nostro Giuseppe Garibaldi (cosa volete farci un altro genovese..) che, udite udite, sembra averli indossati proprio durante la Spedizione dei Mille nel 1860. (Se non ci credete fate un salto al Museo del Risorgimento e li troverete esposti!).
Jeans: moda e sostenibilità
A partire dagli anni Sessanta e Settanta i blue jeans sono diventati un capo modaiolo venendo definiti da Giorgio Armani come l’espressione della “democrazia della moda”. Oggi oltre ad essere il capo di abbigliamento che ciascuno di noi ha nell’armadio sta diventando anche espressione del cambiamento sostenibile.
Per anni l’industria del denim è stata tra le più inquinanti al mondo. Oltre agli sprechi d’acqua utilizzata per immergere la stoffa ed ai processi di tintura con additivi chimici, c’era il processo della sabbiatura per renderli "finto usati"; questo procedimento metteva in pericolo la salute dei lavoratori a causa dell’impiego di sostanze tossiche.
Oggi per fortuna le cose sono cambiate: le aziende adoperano acqua riciclata, si propongono di ridurre sempre di più i veleni ed è stato inventato un nuovo sistema di tintura che utilizza la fermentazione di una pianta in modo da creare un indaco naturale. Per dare risalto a questo importante tema, nella rassegna genovese verrà riservato uno spazio speciale alle aziende italiane che si sono distinte per sostenibilità come, ad esempio, Diesel e Candiani.
«Genova Jeans Invented Here»: la manifestazione e la mostra
➡️ IG Genova_jeans
La manifestazione partirà a maggio 2021, con la speranza che il Covid lasci spazio alle iniziative in programma. Una tra tutte «La via del jeans», un percorso commerciale, culturale e turistico che si snoderà tra via Prè, via del Campo (sì, proprio quella di De André) e via San Luca.
Un altro evento molto interessante è la mostra "Dal Blu di Genova di ArteJeans all’infinito di Yves Klein" a cura di Anna Orlando e Francesca Serrati, presso il Museo d’Arte Contemporanea di Villa Croce.
All'interno della mostra potrete visitare tra gli altri anche l'allestimento di "ArteJeans: storia di un mito nelle trame dell’arte contemporanea"
Qui vengono esposte le opere dei 24 artisti che si sono cimentati con una tela jeans di 200 X 180 cm offerta da Candiani, un’azienda italiana che produce denim dal 1938, nonché leader per l’innovazione sostenibile.
Inoltre, sono esposte opere che si ispirano all’inconfondibile blu, come la statua "Nike" di Yves Klein.
La mostra è stata prorogata fino al 5 aprile 2021, nella speranza di poter di nuovo aprire i battenti non appena la Liguria tornerà in zona gialla.

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