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Ecco come il Coronavirus cambierà il turismo. Esperienza, sostenibilità e prossimità.

Mai come in questo periodo il turismo sta affrontando delle serie difficoltà. Nel giro di pochi mesi è passato da essere uno dei settori più solidi (13% del PIL Nazionale) con tassi di crescita costanti, ad uno dei più colpiti.

Secondo le stime del Modello di Previsione dei Flussi Turistici Internazionali elaborato da Ciset-Ca’ Foscari, per fine 2020 il movimento turistico mondiale avrebbe dovuto superare il miliardo e 500 milioni di arrivi e - solo per il mercato italiano - la previsione era di una crescita degli arrivi totali in Italia del +3,1%.

Uno scenario dorato che però ha portato con sé molti aspetti negativi. Si pensi ad esempio alle principali destinazioni turistiche prese d’assalto, tanto da spingere le comunità locali a intraprendere battaglie contro il fenomeno della #gentrificazione. Negli ultimi anni si è iniziato a parlare di #overtourism e di #sostenibilità dei flussi, senza però apportare cambiamenti radicali.

Poi è arrivato il #coronavirus che ha svuotato le città, fermato gli aerei, le navi e chiuso la maggior parte delle strutture ricettive nel mondo.

Siamo tutti fermi, consapevoli di essere nel bel mezzo di un cambiamento epocale che modificherà le nostre abitudini e il nostro modo di muoverci e viaggiare.

La sensazione è quella di un “#startagain”, torna al punto di partenza e ricomincia a giocare.


Un’occasione unica per ripartire da zero e costruire un nuovo turismo. La spinta che ci voleva per cambiarne il paradigma. Potremmo finalmente porre basi più solide per una #strategia turistica fondata su un impatto ecologicamente sostenibile, orientato verso i bisogni delle persone che abitano un luogo anziché solo su quelli delle persone che lo visitano.

Se è vero che nel prossimo futuro sarà più difficile spostarsi e viaggiare all’estero potrebbe essere più complicato, perché non concentrarsi su un turismo di prossimità in cui le vacanze si faranno nel proprio Paese?

Un’occasione per scoprire destinazioni minori, ma non per questo meno interessanti: borghi, aree rurali, cittadine, paesi di montagna, spiagge meno battute. Un turismo #esperienziale basato sulle specialità e sull’unicità delle esperienze che ogni luogo può offrire. Un turismo più lento, più attento, più giusto, meno mordi e fuggi, meno concentrato.

Un turismo basato su poche solide basi:

· #Sicurezza (intesa come igiene)

· #Fiducia

· #Natura

· #Spazio

· #Poco affollamento

Questa sarà la nuova tendenza e i primi Paesi che saranno percepiti come sicuri e fidati riprenderanno molto più velocemente. L’Italia riuscirà ad essere uno di questi?

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