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Livorno malinconica e spumeggiante: storia, cultura e street food in una città da scoprire

Aggiornamento: 19 ago 2020

Livorno è una città che spiazza, confonde, stupisce: la sua storia di città di mare, i palazzi abbandonati, quelli restaurati, i canali delle maestranze veneziane, il quartiere olandese e la sinagoga con il rito alla livornese.


Gli stabilimenti balneari del lungomare cittadino che sembrano usciti da una cartolina degli anni '50, la grande tradizione sportiva livornese con tutti gli ori olimpici conquistati negli anni, l’ippodromo, l’accademia navale che ogni anno porta qui cadetti da tutta Italia ed i cantieri Benetti famosi in tutto il mondo per gli yacht di lusso.

E poi ancora il mercato centrale, lo street food, il 5e5 con la spuma, la passione dei livornesi per l’estathè (rigorosamente in brick) e la loro calorosa ospitalità.


ll centro si gira a piedi, ma soprattutto d’estate il modo migliore per scoprire Livorno e per mimetizzarsi tra i locali è il motorino.


Si dice che a Livorno ci siano più motorini che anime ed in effetti si vedono persone di tutte le età a bordo delle 2 ruote: dai 15enni agli 80enni a Livorno si gira con il vento di mare tra i capelli (ed il casco naturalmente).

Ma è fondamentale ricordare una cosa: se si vuole parcheggiare lo scooter come farebbe un vero livornese, prima di andare bisogna coprire il parabrezza con una t-shirt.. non sia mai che si scaldi la plastica e si rovini il parabrezza!

La giornata inizia con una colazione alla Baracchina Rossa sul lungo mare. Il locale è stato ristrutturato di recente, ma mantiene ancora una certa atmosfera anni '30 quando i signori della Livorno bene venivano a godersi un caffè vicino al mare.


Il lungomare di Livorno ricorda un po’ il Malecón cubano, i viali sui cui si affacciano le ville in stile liberty riportano alla mente la “parigina” Cienfuegos, ed il gelato alla “Rotonda” fa tornare alla mente Coppelia la nota gelateria dell’Havana.


La mattina è l'unico momento della giornata per fare un giretto al Mercato delle vettovaglie (aperto dal lunedì al sabato dalle 07:30 alle 14:00) che deve il suo nome dalle vecchie donne che scendevano dai monti con frutta e verdura per vendere i loro prodotti. Qui si possono trovare tutti gli ingredienti dei celebri piatti di Livorno: il pesce fresco per il cacciucco, il Baccalà alla Livornese, le uova bianche, i ceci, i salumi, i formaggi... il tutto racchiuso in una struttura in ferro e vetro risalente alla seconda metà del XIX secolo di cui i livornesi vanno molto fieri.


Per un pranzo veloce non c'è niente di meglio di un "5 e 5": un panino (ai livornesi piace il pane francese) farcito con una torta di ceci (non cecina e non farinata!), una spruzzatina di pepe e volendo l'aggiunta di melanzane sott'olio. Pare che il nome nasca dal fatto che un tempo si chiedeva di avere "Cinque lire di torta e cinque lire di pane". I migliori "tortai" per mangiare un 5 e 5 a Livorno sono: da Gagarin (in Via del Cardinale 24, di fronte al mercato centrale), da Seghieri (in via Ernesto Rossi 19) e da Cecco (via Cavalletti 2).



Livorno in passato era un vero e proprio scalo marittimo della repubblica pisana ed a questo periodo risale la prima torre della Fortezza Vecchia (oltre al noto astio dei livornesi nei confronti dei pisani). Tramontato il dominio di Pisa, i Medici ampliarono Livorno trasformandola in un rilevante centro economico animato da mercanti provenienti da tutta Europa. Con le Leggi Livornine i Medici garantirono libertà di culto, di professione e politica ai mercanti in arrivo da altri paesi; inoltre venivano annullati i debiti e si istituiva un regime doganale a vantaggio delle merci da esportare. Fu così che arrivarono qui olandesi, ebrei, turchi e molti altri... di cui la città porta ancora nomi, segni e tradizioni.

Uno degli ebrei livornesi più conosciuti in tutto il mondo è sicuramente il pittore e scultore Amedeo Modigliani, celebrato dalla sua città natale nel 2019 con una mostra interamente dedicata alle sue opere.


Insomma, saranno i livornesi, il loro ricorrente “boia dè”, la loro simpatia, ma Livorno non delude, anzi inebria e fa venire voglia di tornarci!

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Un ringraziamento particolare a Valeria, Margherita, Mauro e Sergio per le fotografie e per averci fatto conoscere alcuni degli angoli più belli e nascosti di Livorno.


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